Dipendenti pubblici: LIMITI DI ETA’ e collocamento a riposo – NUOVE PROCEDURE DA ADOTTARE
Con l’abrogazione della norma che prevedeva il collocamento a riposo d’ufficio a 65 anni per coloro che maturavano il diritto alla pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), le Pubbliche Amministrazioni dovranno:
– Non procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro per coloro che maturano a decorrere dal 1 gennaio 2025, i 65 anni e il diritto e la decorrenza della pensione anticipata
– Confermare i provvedimenti di cessazione già adottati, per i dipendenti che hanno maturato il diritto alla pensione alla data del 31.12.2024, cioè in presenza del previgente limite ordinamentale di 65 anni di età (cfr Direttiva Ministro Pubblica Amministrazione del 20.01.2025)
Inoltre sarà possibile:
– Disporre con apposite comunicazioni del Dirigente, lo slittamento del collocamento a riposo per coloro che entro il 31.12.2026 raggiungono il requisito per la pensione di vecchiaia.
– Prevedere la possibilità, per coloro che hanno già ricevuto la comunicazione di risoluzione unilaterale, di restare in servizio fino al compimento dei 67 anni di età,
– Prevedere la possibilità, per il dipendente, di confermare la data di cessazione già indicata dall’Amministrazione, formalizzando tale volontà, con la presentazione delle dimissioni volontarie e ritenendo assolto in questa ipotesi, l’obbligo di preavviso previsto dal CCNL.
Si ricorda che, in caso di dimissioni volontarie intervenute a partire dal 2025, in presenza di un’età anagrafica pari o superiore a 65 anni ma inferiore a 67, le relative quote di pensione calcolate con il sistema retributivo vengono determinate con le aliquote di rendimento di cui all’Allegato II della Legge di Bilancio 2024 (cfr Circolare INPS n. 53 del 5/3/2025).
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